Origini, Tombe e Scavi di Monte Saraceno

Monte Saraceno si erge a circa 260 metri sul livello del mare, su uno sperone roccioso che domina la costa di Mattinata. La morfologia del monte, in particolare la roccia calcarea relativamente tenera, favorì la creazione delle tombe rupestri e la cavazione di lastroni per coperture. Studi recenti indicano che il sito fu frequentato anche in epoca protostorica, con testimonianze dell’età del Bronzo e transizioni verso l’età del Ferro.

Le Tombe rupestri

La necropoli ospita oltre 500 tombe scavate direttamente nella roccia calcarea, distribuite lungo i fianchi del monte. Le tombe presentano tipologie caratteristiche a pianta “a utero/” borsa, nelle quali il defunto era deposto in posizione fetale. Molte sepolture erano decorate o corredate da teste scolpite, stele, scudi, simboli e oggetti metallici posti sulla sommità della tomba. I corredi trovati includevano vasi Dauni, fibule illiriche, oggetti in ambra, avorio, pasta vitrea e altri materiali preziosi. La presenza di tali oggetti testimonia reti di scambio con regioni balcaniche, interne all’Appennino e coste mediterranee.

Gli Scavi archeologici

Le campagne di scavo hanno interessato vari settori: in particolare il settore “U Signale”, con oltre 150 tombe esplorate, e le aree di “Ciappartiene” e “Coppa di Rienzo” sulla sommità del monte. Già negli anni ’50-’60 furono rinvenuti resti dell’abitato protostorico vicino alla necropoli, con mura difensive e fossato che separava il villaggio dalla zona funeraria. Le tombe scavate presentano imboccature circolari o subrettangolari e si sviluppano verso l’interno della roccia con varie camere.

Uno degli esempi più noti è la Tomba 14 del settore IV, con copertura in lastroni, decorazioni scolpite e un ricco corredo (fibule, vasi, oggetti metallici). I materiali rinvenuti hanno permesso di datare la necropoli tra l’VIII e il IV secolo a.C., con fasi di frequentazione alcuni secoli prima o dopo.