I Dauni sono una delle antiche popolazioni italiche che sin dall’età del Ferro occuparono l’Apulia settentrionale (Daunia). Secondo le fonti archeologiche, il popolamento della zona risale già all’VIII–VII secolo a.C., quando i Dauni si stabilirono in aree collinari e promontori validi per la difesa e il controllo dei traffici marittimi.
La necropoli di Monte Saraceno racconta la storia dei Dauni: un popolo che, attraverso le sue tombe scolpite nella roccia, ha lasciato un segno eterno del proprio legame con il Gargano e con la sua terra.
La tribù dei Matini, riconducibile ai Dauni, era legata al territorio di Monte Saraceno: questi abitanti chiamarono la collina Mons Matinus. Nel corso dei secoli, i Dauni coltivavano l’agricoltura, praticavano la caccia e la pesca, e mantenevano relazioni commericali con le coste adriatiche e oltre.
Le tombe daunie, come quelle di Monte Saraceno, riflettono la loro concezione religiosa e rituale: i defunti venivano sepolti con corredi (oggetti, armi, monili) rivelatori di status e relazioni culturali. I materiali rinvenuti — ambra, oggetti in osso o vetro, fibule illiriche — suggeriscono rapporti con l’Illiria e con le rotte commerciali dell’Arco Adriatico.
Durante l’epoca storica, la presenza locale dei Dauni declinò con l’espansione romana, ma il ricordo del popolo rimane vivo attraverso i monumenti funebri e i territori che portarono il loro nome.
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